domenica 10 novembre 2013

BUBBLE



Melvin Sokolsky va oltre i confini della sua arte, la fotografia, per esplorare la pittura, per suscitare sorpresa con l’invenzione surreale. Privo di formazione accademica, è guidato solo dalla creatività che lo spinge a sperimentare in maniera totalmente personale. La serie Bubble creata nel 1963 per l’edizione primaverile di Harper’s Bazaar, nasce da un sogno generato dalla sua ossessione (che è anche la mia) per un dipinto, il Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch (in fondo al post). Un particolare del quadro (pannello centrale, in basso a sinistra) rappresenta una coppia di amanti all’interno di una sfera. Affascinato dal dettaglio, nel suo sogno immagina di fluttuare inglobato in una bolla trasparente. Decide di realizzare la visione, la bolla è costruita nell’arco di dieci giorni utilizzando plexiglass e alluminio. Le sue modelle, all’interno della sfera sospesa da una gru telescopica in varie location di Parigi, levitano su tetti, strade e persino in sale affollate. Sokolsky sfida così i canoni e le convenzioni estetiche della fotografia di moda, il suo stile riflette l’influenza dell’arte surrealista, gioca con gli elementi dello spazio, delle proporzioni e le leggi della fisica. Sono immagini che vanno aldilà della semplice promozione di un abito o di un accessorio. Incurante del contesto, Sokolsky opera una provocazione in contrasto con chi afferma che la fotografia rappresenti semplicemente la realtà. Ha un’opinione molto netta a riguardo: “La macchina fotografica è una bugiarda. La fotografia e la pittura sono pure opinioni dell’artista”.